lunedì 16 novembre 2015

Leaving Pai, leaving Thailand

Nota: se non avete ancora letto il post precedente, "Prime impressioni", fatelo prima di leggere questo, please.

Il viaggio è anche tristezza. La tristezza di salutare, forse per sempre, persone speciali con le quali hai condiviso solo tre giorni, ma tra i più belli della tua vita.

Tra questi, il giorno perfetto:
-sveglia con calma;
-colazione abbondante;
-noleggio scooter e partenza;
-tappa alle cascate (bagno, cadere nel fango, scivoli naturali);
-tappa villaggio cinese + pranzo;
-tappa canyon quasi al tramonto;
-tappa grande Buddha bianco al tramonto;
-doccia + serata tranquilla in giro per pai.

In mezzo, la sensazione di libertà assoluta donata dal girare in motorino per i colli thailandesi.

Potrei scriverci un libro se mi mettessi a descrivere con cura tutti i bei momenti della giornata, e le vibrazioni positive, e la sensazione di vivere per davvero in tutte le sue sfumature.

Mi limiterò a ringraziare le persone che l'hanno condivisa con me, perché alla fine la vera differenza la fa la compagnia.

Quindi prima di tutto ringrazio Clara e Núria, e poi Fermin, Digna ed Eva. E Pascal e Turjan, visti in serata. E Dave che ha offerto un giro di birre per ringraziarci di averlo riportato all'ostello la sera precedente (non si reggeva in piedi e quell'angelo di Clara non ci avrebbe mai permesso di lasciarlo in quelle condizioni in giro per locali). Grazie.

In questo momento è facile avere gli occhi lucidi. Il difficile è fare tesoro di questi momenti tenendo a bada la tentazione di tornare indietro a riviverli, e guardare avanti, alla prossima tappa.

Auckland sto arrivando.

PS: mi sembra di scrivere sempre troppo poco, di non riuscire a far cogliere appieno al lettore l'intensità delle emozioni che ho provato in questa dozzina di giorni in Thailandia...ma non è che posso sempre star qui a scrivere!

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